Fuoco e carta vetrata su legno,
100x60 cm.
L'opera
raffigura il mito di Amore e Psiche, dove la figura femminile è rappresentata
da una farfalla (psyché = farfalla in greco, ma significa anche
"anima").
In alcune opere antiche la figura di Psiche ha
ali di farfalla, in altre invece, la ragazza dona il fragile lepidottero ad
Amore (come in una celebre scultura di Canova).
La
farfalla rappresenta anche l'anima della ragazza, che viene quindi donata al
suo amato per l'eternità.
IL MITO DI AMORE E PSICHE
Nel mito greco si narrano le vicende di Psiche, la più
giovane e più bella di tre sorelle.
La sua bellezza suscitò l’ira della dea Venere, per questo
motivo chiese ad Amore di farla innamorare di un uomo umile e comune.
Amore appena la vide se ne innamorò e decise di portarla al
suo palazzo, ma si mascherò per non rivelarle la sua identità: Psiche si
innamorò a sua volta del giovane misterioso.
La curiosità di Psiche era tanta, con l’intento di svelare
l’identità del giovane decise di intrufolarsi nella sua stanza nel cuore della notte
e di smascherarlo.
Psiche entrò nella stanza, la sua lanterna illuminava il
viso del giovane, quando ad un tratto venne svegliato da una goccia di olio
bollente caduto dalla lanterna della bella Psiche.
Amore fu così deluso dalla giovane che decise di
abbandonarla.
La ragazza cominciò a vagare disperatamente in cerca del
suo amato, fino a giungere al palazzo di Venere.
La dea decise di sottoporla ad alcune prove: dividere un
mucchio di semi per specie, recuperare la lana delle pecore dal vello d’oro,
scalare un monte per riempire delle ampolle da una fonte sacra ed infine andare
negli inferi e chiedere a Proserpina di mettere in un vaso un po’ della sua
bellezza.
Dopo aver superato tutte queste prove. La ragazza non si
ritrovò bella come prima, perché ormai esausta, così decise di aprire il vaso
che conteneva la bellezza di Proserpina.
Le era stato raccomandato di non aprirlo mai perché sarebbe
morta all’istante, invece aprendolo cadde in un sonno profondo.
Amore cominciò a cercarla dappertutto, perché aveva
nostalgia della sua amata Psiche, la trovò distesa a terra, la sollevò e la
punse con una delle sue frecce per svegliarla. Amore la portò da Zeus,
chiedendogli di farla diventare immortale; Il dio acconsentì e le fece bere un
bicchiere di ambrosia: una volta raggiunta l’immortalità Psiche divenne la
moglie di Amore, ebbero una figlia che chiamarono Voluttà.