sabato 16 settembre 2017

AMORE E PSICHE





Fuoco e carta vetrata su legno,
100x60 cm.

L'opera raffigura il mito di Amore e Psiche, dove la figura femminile è rappresentata da una farfalla (psyché = farfalla in greco, ma significa anche "anima"). 
In alcune opere antiche la figura di Psiche ha ali di farfalla, in altre invece, la ragazza dona il fragile lepidottero ad Amore (come in una celebre scultura di Canova).
La farfalla rappresenta anche l'anima della ragazza, che viene quindi donata al suo amato per l'eternità. 


IL MITO DI AMORE E PSICHE

Nel mito greco si narrano le vicende di Psiche, la più giovane e più bella di tre sorelle.
La sua bellezza suscitò l’ira della dea Venere, per questo motivo chiese ad Amore di farla innamorare di un uomo umile e comune.
Amore appena la vide se ne innamorò e decise di portarla al suo palazzo, ma si mascherò per non rivelarle la sua identità: Psiche si innamorò a sua volta del giovane misterioso.

La curiosità di Psiche era tanta, con l’intento di svelare l’identità del giovane decise di intrufolarsi nella sua stanza nel cuore della notte e di smascherarlo.
Psiche entrò nella stanza, la sua lanterna illuminava il viso del giovane, quando ad un tratto venne svegliato da una goccia di olio bollente caduto dalla lanterna della bella Psiche.
Amore fu così deluso dalla giovane che decise di abbandonarla.
La ragazza cominciò a vagare disperatamente in cerca del suo amato, fino a giungere al palazzo di Venere.
La dea decise di sottoporla ad alcune prove: dividere un mucchio di semi per specie, recuperare la lana delle pecore dal vello d’oro, scalare un monte per riempire delle ampolle da una fonte sacra ed infine andare negli inferi e chiedere a Proserpina di mettere in un vaso un po’ della sua bellezza.

Dopo aver superato tutte queste prove. La ragazza non si ritrovò bella come prima, perché ormai esausta, così decise di aprire il vaso che conteneva la bellezza di Proserpina.
Le era stato raccomandato di non aprirlo mai perché sarebbe morta all’istante, invece aprendolo cadde in un sonno profondo.

Amore cominciò a cercarla dappertutto, perché aveva nostalgia della sua amata Psiche, la trovò distesa a terra, la sollevò e la punse con una delle sue frecce per svegliarla. Amore la portò da Zeus, chiedendogli di farla diventare immortale; Il dio acconsentì e le fece bere un bicchiere di ambrosia: una volta raggiunta l’immortalità Psiche divenne la moglie di Amore, ebbero una figlia che chiamarono Voluttà.



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